27 febbraio 2009

IT - Siamo proprio alla frutta

Una delle cose che in questo momento mi distraggono maggiormente è la voglia di contribuire alla pubblicizzazione di un aspetto evidentemente poco conosciuto dell'attuale panorama dei programmi "da ufficio". Essendo un appassionato di informatica e nuove tecnologie, sempre più impelagato in consulenze informatiche volte all'adozione di soluzioni libere dai vincoli delle classiche licenze, non posso che insistere quando mi si presenta l'occasione di poter installare OpenOffice in sostituzione di Microsoft Office. Questa è infatti una delle migliori e più frequenti occasioni per sostituire un software proprietario con un software Open Source. Ma spesso non è così semplice come può sembrare, a volte gli utenti diffidano dall'utilizzare qualcosa che non pagano perché, abituati come siamo a dover pagare ad ogni passo che facciamo e per qualsiasi cosa, ci sembra strano che si possa ottenere qualcosa per niente. Ma in effetti non è così, il problema è che si identifica tutto con il denaro, e quando questo viene a mancare come metro di misura allora vengono sballati tutti i mezzi che un utente ha per valutare una cosa, materiale o immateriale che sia. Ma bisogna andare oltre, bisogna comprendere che anche se un qualcosa non ha un prezzo di mercato non è detto che non abbia un valore o sia scarso o illegale. Questo è il caso di OpenOffice.org, un progetto che vede la sponsorizzazione di grosse multinazionali come Novell e Sun Microsystems (mai sentito parlare di Java?), nonchè un grosso impegno da parte di una comunità internazionale di sviluppatori ed utenti esperti che offrono il loro tempo libero per assistere gli utenti inesperti nei forum e nelle chat oppure contribuiscono al lavoro necessario a creare e aggiornare OpenOffice stesso. Per le esigenze commerciali sono disponibili molte offerte da differenti aziende sul territorio nazionale che offrono assistenza telefonica a pagamento, essendo questo uno dei modelli di business sui quali si può basare l'adozione e la divulgazione di software Open Source nella sua interpretazione commerciale.
OpenOffice è rilasciato sotto licenza GPL, il che vuol dire che l'utente, non solo è invitato a scaricare ed utilizzare il programma, ma è anche autorizzato, anzi incoraggiato, a modificarlo, distribuirlo ed installarlo nei computer di amici e parenti o di chiunque altro, anche dietro corrispettivo in denaro per la prestazione!
OpenOffice non ha nulla da invidiare, per un uso normale e medio, al più blasonato e conosciuto insieme di programmi da ufficio Microsoft Office. Io personalmente non mi sono mai trovato davanti ad una funzionalità mancante in OpenOffice che ricordavo presente in Microsoft Office! L'interfaccia è piacevole ed inoltre è compatibile con i formati classici e nuovi di Microsoft Office quali .doc .xls e .ppt e .docx, .xlsx e .pptx. Questi ultimi tre sono infatti gli ultimi formati con i quali vengono salvati i documenti dal nuovo Microsoft Office 2007, una innovazione che ha confuso non pochi utenti che, non essendo esperti e non capendo le differenze tra i vecchi e i nuovi hanno mandato, come abituati a fare, dei documenti salvati nei nuovi formati a persone che non avendo l'ultima versione di Microsoft Office non hanno potuto aprirli!
Per questo, e per mille altri motivi, io consiglio a tutti almeno la prova di OpenOffice. Lo potete trovare sull'omonimo sito www.openoffice.org. Scaricatelo, usatelo e poi fatemi sapere se proprio non potete fare a meno di Microsoft Office!

1 commento:

Vertigine ha detto...

Grande Tore! Finalmente qualcuno che "illumina la rete" in questo mare magnum di stereotipi Microsoft e affini.

Doca